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Se te ne sei andato, torni migliorato


Pubblicato il 14.02.2020 - Luca Landini


Perché le aziende apprezzano così tanto un'esperienza all'estero? L'acquisizione di un talento speciale ha a che fare con un plusvalore personale, professionale, tecnico e linguistico. In questo post ci concentreremo su ciò che consideriamo l'aspetto più interessante di un'esperienza in un altro paese: diventare una persona migliore.

Una delle cose che più preoccupano quando si lavora fuori dal paese d'origine per diversi anni è sapere se torneremo un giorno, e se il ritorno sarà effettuato in buone condizioni economiche e lavorative. In Torniamo ci impegneremo a spiegare come trasformare questa preoccupazione in un'opportunità, in modo che il tuo ritorno sia fatto in condizioni migliori di quelle che avresti avuto senza l'esperienza migratoria.

Per questo, la prima cosa che consigliamo di fare è un bilancio dei benefici acquisiti avendo vissuto e lavorato lontano da casa. Vi incoraggiamo a mettere a reddito i cambiamenti che hanno positivamente trasformato i vostri valori personali e aziendali. Elencheremo i principali che di solito sono apprezzati dagli head hunter.

  • Coraggio (capacità di correre rischi): l'abbandono del noto all'ignoto alimenta sempre apprensione, resistenza e comporta l'abbandono della zona di comfort, con molte domande e incertezze su ciò che accadrà.
  • Umiltà (adattabilità): quando si cambia paese si ci informa sulla sua cultura e sulle abitudini del suo popolo, ma sicuramente non della cosa più importante, che non è nemmeno scritta nei libri o su Internet: la famosa conoscenza tacita, così determinante per sentirsi integrato e in grado di relazionarsi con la gente del posto.
  • Pazienza (perseveranza): cogliere un nuovo codice culturale e costruire un nuovo modo di vivere non avviene rapidamente. Tutto ciò che abbiamo imparato deve essere resettato (o almeno relativizzato) per imparare nuovi costumi e modi di essere.
  • Maturità (ampia visione): dopo alcuni anni trascorsi all'estero, ci rendiamo conto da dove veniamo e dove siamo, ma sappiamo che non siamo né in un posto né nell'altro, e come risultato impariamo ad esprimere la nostra opinione con maggiore distanza e tolleranza.
  • Socialità (generosità) all'inizio della nostra fase di integrazione abbiamo l'obbligo di socializzare, di creare la nostra rete di nuovi amici.
  • Lingue (interculturalità): la conoscenza acquisita di un'altra lingua sarà ovviamente un vantaggio in molti processi di selezione, ma l'acquisizione di competenze multiculturali di cui sopra sarà quasi più decisiva (una cosa è parlare francese, altro è conoscere come sono i francesi, come agiscono abitualmente, cosa gli piace o non piace, ecc.)
  • Determinazione (ambizione): senza dubbio l'emigrazione è un processo di superamento e tenacia che molti paragonano a una lotta in cui si ricomincia da capo. Ecco perché, quando viene raggiunto, ci riempie di orgoglio, fiducia nelle nostre possibilità e diventiamo più ambiziosi per il futuro.

Per tutti questi motivi, il fatto di aver vissuto uno, due o dieci anni all'estero si traduce sempre in un'esperienza potente e formativa. Le multinazionali lo sanno bene e per questo mettono in evidenza i programmi di "Trainee" o "Junior Program Manager" per i loro migliori talenti laureati che consente loro, durante i primi anni di carriera, di viaggiare in molti paesi in cui hanno sede prima di proporre una posizione con alte responsabilità.

Ma avere un'esperienza internazionale non è sufficiente, devi sapere come venderlo come un grande valore aggiunto. Aiutarti a farlo sarà esattamente uno dei nostri scopi con questo progetto.

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