
Pubblicato il 13.02.2020 - Celia Arroyo
Con la partenza massiccia di migliaia di italiani alla ricerca di opportunità di lavoro all'estero, stiamo assistendo a una delle più grandi trasformazioni sociali della nostra storia recente. Finalmente il dibattito si è aperto sulle conseguenze socio economiche che la fuga dei talenti può avere nel medio e lungo termine. Tuttavia, si parla poco delle conseguenze psicologiche che questo fenomeno produce in coloro che partono e nelle loro famiglie.
Da qualche tempo, è diventato popolare il concetto, di impronta orientale, che vede la crisi come opportunità di cambiamento. Discipline come il coaching hanno diffuso questo messaggio come polvere da sparo e predicano i benefici di lasciare la "zona di comfort". Dalla psicologia sappiamo che la crisi può davvero portare un'eccellente opportunità di cambiamento. Attenzione però, ogni crisi è una minaccia per la psiche e la salute mentale di una persona. Solo se si hanno le risorse necessarie per riequilibrarsi, può essere anche un’opportunità. Crisi e cambiamenti provocano sempre rinnovamenti e perdite.
Con l'emigrazione succede la stessa cosa, può essere un'esperienza straordinaria ma a priori costituisce una minaccia che mette alla prova le risorse psicologiche di chi la intraprende. Pensiamo che sia importante usare il termine emigrazione, che tra l'altro è molto poco utilizzato per parlare degli italiani che partono per cercare lavoro all'estero.
Gli emigranti dovranno affrontare molti ostacoli come la solitudine, la frustrazione dovuta al fatto di non essere in grado di comunicare fluentemente in un'altra lingua, la non conoscenza delle norme culturali del paese di accoglienza, la difficoltà di trovare un lavoro, ecc. Tutto ciò metterà a rischio la loro identità e il loro equilibrio emotivo.
Solitamente gli emigranti cercano sostegno psicologico quando risiedono nel paese ospitante da diversi anni. In un primo momento tutta la loro energia è focalizzata per sopravvivere, per imparare la lingua, in quella che chiamano "integrazione", e tutte queste attività non permettono di prestare attenzione a molte delle cose che stanno nel frattempo accadendo nella loro psiche. Tuttavia, dopo alcuni anni, quando sono sopravvissuti e dovrebbero godere dei risultati ottenuti, molti provano un senso immenso di stanchezza e sentimenti che vanno dalla nostalgia alla tristezza, alla confusione, all'ansia o allo sviluppo di sintomi psicosomatici.
Un altro fenomeno comune è quello di combattere la paura inconscia della perdita dell'identità, cercando radici in tradizioni che mantengano un legame con le loro origini. Dopo anni di sforzi per "fondersi" con l'ambiente tedesco o inglese, gli emigranti italiani cominciano ad aggrapparsi alle tradizioni, alle quali non erano interessati in Italia e che ora assumono un valore molto importante per preservare la loro identità.
Gli emigranti italiani che cercano sostegno psicologico vogliono un terapeuta italiano, che parli la loro lingua, che possa identificarsi con loro e con cui possano avere una vera connessione emotiva. Ecco perché la psicoterapia di Skype è già una richiesta frequente nel campo della psicologia.